Capita spesso di allarmarsi per alcune defaillance della nostra memoria: stereotipi, articoli divulgativi poco precisi, “racconti” di amici e conoscenti, esperienze passate, possono indurci a credere che quelli che sono comportamenti del tutto normali e fisiologici, che si verificano con l’avanzare dell’età, possano invece essere la spia dell’insorgere di un problema di salute.
Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza, fermo restando che, per fugare ogni dubbio
È IMPORTANTE CONFRONTARSI SEMPRE CON IL PROPRIO MEDICO DI BASE.
In generale, possono essere possibili sintomi:
– l’incapacità di mettere in atto procedure, comportamenti, abilità che si esercitavano con molta facilità prima;
– l’incapacità di svolgere attività basilari quotidiane;
– ripetere sempre le stesse cose in continuazione in un periodo di tempo davvero breve.
Adesso proviamo a fare qualche esempio.
Se vi capita di perdervi mentre percorrete una strada che avete preso ancora poche volte è del tutto normale, bisogna dare tempo al vostro cervello per imparare il nuovo percorso e memorizzare nuovi punti di riferimento e direzioni.
Se, invece, la difficoltà di orientarsi riguarda un percorso che fate abitualmente, questo potrebbe essere il segnale di qualcosa che non va.
Dimenticare un appuntamento o un impegno preso il giorno prima potrebbe essere un possibile sintomo.
Mentre, se dovesse capitarvi di dimenticare la data di un controllo medico o di una visita fissata nelle settimane precedenti, questo è del tutto normale.
Ecco perché, quando li fissate, spesso e volentieri vi viene richiesto anche il vostro numero di cellulare, in modo da inviarvi un messaggio che vi faccia da promemoria e vi ricordi dell’appuntamento.
Così come il nostro cervello ha bisogno di tempo per imparare una strada nuova, lo stesso è necessario per imparare un nuovo procedimento, a maggior ragione se questo richiede di sostituirne uno precedentemente appreso, diventato quasi automatico ormai.
Memorizzare tasti e funzioni del telecomando del televisore appena comprato perché il precedente che avevate da anni e anni non funzionava più, impratichirsi su un nuovo gioco che avete scoperto da poco richiedono tempo ed esercizio e comportano errori.
Se, invece, vi capita di dimenticare le regole di un gioco o dei procedimenti che avete sempre fatto, allora questo potrebbe essere un possibile sintomo.
Non rendersi conto del periodo dell’anno o della stagione nella quale ci troviamo potrebbe essere potenzialmente un sintomo.
Quando, invece, vi capita questo stato di confusione solo temporaneamente, ma riuscite a riorientarvi facendo meglio mente locale, allora è del tutto normale.
Può succedere di distrarsi mentre si sta leggendo qualcosa, se riuscite a recuperare il filo del discorso è del tutto normale.
Quando, invece, la difficoltà di capire un testo che state leggendo si verifica spesso e anche concentrandovi al massimo non riuscite ad afferrare bene i contenuti, allora potrebbe essere un possibile sintomo.
A tutti capita di non riuscire a trovare la parola giusta e avere, magari, la sensazione di averla sulla punta della lingua.
Può succedere che magari, nonostante i nostri sforzi, non ci venga comunque in mente e allora proviamo a descriverla con dei giri di parole.
Quando invece sbagliamo una parola, senza nemmeno accorgercene e correggerci, o quando non riusciamo ad afferrare spesso e ripetutamente più parole, questa potrebbe essere la spia di un problema.
Quando qualcuno ci fa sempre le stesse domande o ci racconta sempre le stesse cose, in un lasso di tempo davvero breve (nell’ordine di pochi minuti ad esempio), potrebbe trattarsi di un possibile sintomo.
Se, invece, capita che un amico col quale ci vediamo ogni tanto ci racconti nuovamente la stessa cosa che ci ha detto la volta precedente che ci siamo visti, questo sarà del tutto normale.
È la latenza temporale a dover fare da spia e richiedere la nostra attenzione.
Dimenticare di praticare le normali attività quotidiane di base come lavarsi o farsi da mangiare potrebbe essere un sintomo.
Quando, invece, vi capita di scordare di usare il filo interdentale è del tutto normale.
Alessia Sassano
FONTI
De Beni R., Zavagnin M., Borella E. “Invecchiamento attivo” Erickson (2020)
Erber J.T., Szuchman L.T. “Great Myths of Aging” John Wiley & Sons Inc (2014)